"Super vestem meam miserunt sortem"

Ponte Sant'Angelo è uno dei luoghi che amo di più di questa città. Scontato forse, ma spesso le emozioni lo sono...o forse no.

 

Da qui si gode la vista di uno scorcio tra i più belli.

 

Ho avuto la fortuna di poter vedere quello che c'è in questa foto nelle ore più strane e con i climi più diversi, ed i miei occhi hanno fatto passare all'anima emozioni sempre diverse di fronte a questo immenso e meraviglioso panorama.

In questo ponte sostano dal 1669 10 Angeli che reggono i 10 strumenti della passione di Cristo, realizzati da allievi della scuola del Bernini.

Un giorno per gioco mi misi ad osservarli uno ad uno attentamente, e cercai tra loro quello che più sentivo in assonanza, quello il cui viso mi attraeva di più e lo riconobbi quasi subito.

 

“Super vestem meam miserunt sortem” dice l'incisione sul basamento.

 

Il suo viso è bellissimo e su di lui, a differenza degli altri, non spira quasi vento, le sue vesti infatti sono quasi ferme.

 

Fui attratta dal suo simbolo: tra le braccia le vesti di Cristo sulle quali furono gettate le sorti.

 

La veste è la nostra immagine esteriore, quello che gli altri vedono di noi, ma che spesso non rappresenta ciò che siamo dentro, e questo per tanti motivi diversi: per paura di essere feriti, per paura di essere quello che siamo, per imbarazzo, per superbia, per inconsapevolezza, per essere accettati, per essere “visti” etc...

 

Ho capito che la veste esteriore non è poi così importante quando la si usa per "nascondersi", ma lo diventa quando la si usa per mettere fuori ciò che siamo dentro.

 

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