Onde...diario di un giorno di mare

Guardare il mare racchiude in se un’esperienza sempre diversa e profonda. Oggi a Terracina il mare è agitato, onde alte che si rotolano, si arruffano e si infrangono su scogli e spiaggia.

Oggi è uno di quei giorni nei quali si può dire che il mare è un po’ “nervoso”.                

Il mare è la metafora della nostra dimensione interiore ed esistenziale, fatta di mutevolezza, di giorni placidi e trasparenti nei quali si può quasi vedere il fondo e percepire come un senso di pace e gioia, e giorni turbolenti, agitati nei quali si fa fatica  a stare a galla, e ci si sente quasi risucchiati, tirati giù dal vortice delle paure e dei risentimenti. Quelle onde della vita ci schiaffeggiano e si beffano della mente che vuole controllare tutto, ogni gesto così diviene faticoso ed assume l’immagine di quell'agitarsi in noi, e più opponiamo resistenza e più veniamo schiaffeggiati e risucchiati.

Stremati e frustrati a volte riusciamo a capire  che l’unica possibilità è abbandonarsi ad esse, lasciandoci quindi travolgere senza opporre più resistenza.

 

Ci sono parti di noi simili alle rocce, sulle quali le onde di infrangono e non riescono a scalfire, modificare, distruggere...parti profonde, cristallizzate.

Tuttavia con il tempo anche le rocce si assoggettano alle onde e cambiano la loro forma, creandone di uniche e meravigliose degne di essere ammirate. Così le nostre parti più granitiche cambiando lentamente con il tempo, modificate dalle prove della vita, e assumono piano piano nuove dimensioni dell’essere rendendoci ciò che siamo destinati a diventare, nostro malgrado.

 

Ci sono poi parti di noi simili alla sabbia, più mutevoli e malleabili che l’acqua-inconscio modifica con dolcezza, o che facilmente si mescolano e si lasciano agitare dalle onde per poi riposarsi in una nuova forma lucente ed armoniosa.

 

Il mare è la nostra coscienza ed incoscienza, è la vita che si agita in noi e ci trasforma, è il respiro dentro e oltre di noi e ci suggerisce che misteriosamente siamo oltre i confini del nostro corpo materiale, uniti in una dimensione che ci trascende e ci comprende allo stesso tempo.

 

 

Viviana

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