Luci e ombre del Chiostro del Bramante

Mi concedo di tanto in tanto un  momento di solitudine in questo luogo magico proprio nel centro di Roma e nel quale, come per incanto, ci si riesce a separare dal rumore e dalla folla di turisti che da Castel Sant’Angelo vanno verso Piazza Navona.

Varcata la soglia di uno dei due ingressi si entra in uno spazio che nonostante sia stato riadattato a scopi meno mistici, conserva ancora quel nonsoché di spirituale e sacro: due ordini di colonnati sovrapposti che danno riparo a due chiostri.

Nel chiostro superiore oggi c’è un bar ed una serie di tavolini di vetro addossati al colonnato, ci si siede ancora nei sedili di pietra dove immagino monaci intenti a leggere testi sacri ed a meditare. Io ne ho uno mio preferito e lì passo un po’ di tempo a leggere, scrivere, riflettere o lavorare al computer, assaporando un po’ di quell’energia che ancora sento aleggiare.

Da li amo osservare il gioco di luci e ombre che si susseguono tra le colonne e gli spazi vuoti, e nelle giornate di sole lo scenario diventa davvero fantastico.

Quella bellezza architettonica sento che ha qualcosa a che vedere con l’esistenza: un alternarsi di zone di luce e di ombra profonda, a volte imperscrutabile e ciò che prima era in ombra piano piano va in luce ed è come se chiedesse alla coscienza di essere compresa, accettata, integrata, seguendo, tuttavia, un ritmo lento, naturale, come quello del Sole. Ciò che è illuminato (e cioè compreso e integrato), invece, può ritornare ad essere ombra, un’ombra che ha visto passare prima la luce ed è divenuta così “un po’ più dolcemente consapevole di sé”. Colonne tonde ed esili si alternano a colonne quadrate e robuste, e tra loro spazi vuoti mi rimandano l’idea della nostra struttura interiore fatta di aspetti fragili e delicati (la rotondità) e di aspetti solidi e strutturali, volitivi (il quadrato). In mezzo ampi spazi di luce a far passare idee, nuove consapevolezze, amore, gioia… che da dentro prendono il volo verso fuori, verso l’alto.

 

Ci sono luoghi che possono donare un momento di semplice relax ma fermandosi un istante di più e chiedendo il permesso a noi stessi di stare un po’ in quel vuoto ed in quel silenzio della mente, possiamo, in quel luogo, dare alla coscienza la possibilità di espandersi, di raccontarsi, di ritrovarsi.

Uno di questi luoghi per me è il Chiostro del Bramante a Roma.

V.

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