“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”

"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"

Counseling ed ArtCounseling: il fare che aiuta a capire

 

Si potrebbe proprio dire che questa antichissima citazione (di un illustre Maestro come Confucio) renda l'idea di ciò a cui si ispirano gli incontri di ArtCounseling, durante i quali si coniugano l'espressione artistica, la leggerezza di un gesto e la profondità del suo significato trasformativo. Disegnare, scrivere, creare è qualcosa alla portata di tutti, tutti possono trarre nutrimento da questo “fare” che aiuta a comprendere e che trasforma ciò che è necessario trasformare. Il fare artistico ed espressivo preceduto da un momento rilassamento hanno il potere di liberare energia nuova da investire nella vita quotidiana. Hanno il potere di renderci consapevoli del nostro valore della nostra unicità, e perché no, di farci passare un momento di vero benessere e “leggerezza-sostanziosa”. Vivere “creativa-mente” è un arte ed un approccio esistenziale, che fornisce solo benefici, perché non è la rinuncia alla ragione (alla mente) ma è aggiungere alla ragione quel pizzico di insolito che permette di sviluppare una visione nuova della propria realtà ed agire, così, in modo nuovo e più proficuo.


Per cominciare...

...in questo breve articolo parlerò della professione che svolgo in qualità di Counselor e ArtCounselor. Una professione che ho desiderato, sudato, che amo infinitamente, e che cerco di svolgere con tutta la passione, serietà, leggerezza ed amore di cui sono capace.


...una breve riflessione

Prima di passare a raccontare cos'è il Counseling e l'Art-Counseling desidero fare una breve riflessione circa il momento storico che stiamo vivendo e la sua ripercussione sul nostro mondo professionale, esistenziale, affettivo e relazionale. Il momento economico che stiamo vivendo ci fa sentire insicuri e pieni di dubbi per il futuro, ed alimenta in noi quella sottile spirale di insoddisfazione e timore per un possibile cambiamento della nostra condizione sociale che da una parte è temuto e dall'altra, forse, senza che ce ne rendiamo conto potrebbe essere addirittura inconsapevolmente sperato. Spesso, infatti, chi ancora lavora è insoddisfatto dell'ambiente in cui si trova, del quale ha visto nel tempo il lento peggioramento e degrado sia dal punto di vista della qualità relazionale tra colleghi o con i superiori sia dal punto di vista  della la cura verso il benessere del dipendente inteso anche come persona e non solo come subordinato. Dall'altra parte ci sono le persone che un lavoro non ce l'hanno più e che vivono la frustrazione dei tanti "no, per adesso non abbiamo posizioni per lei" oppure "non siamo in crisi e non assumiamo nessuno" etc...situazioni che poi si trascinano fino a diventare davvero pesanti e gravi.

In questo “strabismo esistenziale”: “Lavoro, ma non so per quanto!” / “Magari potessi cambiare lavoro!”/"sto cercando da mesi senza esito e sto perdendo le speranze"  ci si barcamena più o meno cercando di trovare degli spazi di benessere o di appagamento personali. Per chi può si frequentano palestre, ci si concede un po' di shopping, qualche centro benessere o magari qualche corso che dia stimoli diversi e faccia respirare aria buona. Per chi non può concedersi svaghi, invece, la pressione potrebbe essere ancora più forte. Va detto che pure gli svaghi da soli non servono a comprendere ed a trasformare in qualcosa di utile per se stessi la frustrazione di un dispiegarsi esistenziale pesante, e con scarse soddisfazioni.

Proprio in questi periodi le paure si fanno più forti, ma è proprio in questi periodi che sentirsi più forti e fiduciosi potrebbe rappresentare l'unico antidoto al sottile e strisciante senso di impotenza o nichilismo che se prende il sopravvento ci può spingere a vivere esperienze emotive di sofferenza e di angoscia.

In questo quadro diventa difficile chiedere aiuto, o concedersi qualcosa che no sia strettamente necessario o immediatamente comprensibile, perché quasi in modo automatico ci diciamo: “Posso farcela da solo”, “Non ho i soldi per queste cose”, “Tanto non serve a niente”.


Sì, potrebbe essere così. Potrebbe non servire a niente.


Ma... e se non fosse così?

E se sperimentando un laboratorio di “espressione artistica” o un percorso di counseling scoprissimo che: è stato davvero bello e nutriente? E chi si aspettava che avrei provato una sensazione di liberazione così? Proprio non pensavo che quella cosa fosse così semplice da sistemare e da vedere? Oppure: Sai che non credevo proprio di essere capace a scrivere e poi, per giunta, poesie?!

E se rivolgendoci ad un esperto della relazione d'aiuto scoprissimo che in effetti: se ci avessi pensato prima mi sarei risparmiato un sacco di pene e sofferenze, perché avrei trovato prima il modo per uscire da una situazione difficile? E se scoprissimo che: quella relazione è stata così diversa e nutriente che se lo aspettava? E se scoprissimo che per togliersi di dosso un peso che ci portavamo da anni è poi servito davvero poco ed il beneficio è stato quello di una vita un po' più libera e forse anche un po' più serena?

Chi è davvero disposto a correre il rischio di stare meglio, nonostante la situazione in cui si trova?


Queste domande fanno da traccia ad un “desiderio” e ad un “sogno” che ho da qualche anno e cioè che sempre più le persone si rivolgano agli esperti della relazione d'aiuto (i Counselor, ma non limitatamente a loro) in modo semplice e spontaneo, un po' come si va dal parrucchiere. Il “desiderio” è che sempre più persone sentano l'urgenza di sbarazzarsi di un peso, di un problema, di un dolore o di un dubbio chiedendo aiuto, senza più imbarazzo o senso di vergogna che spingono a pensare: “Ma non sono mica malato io!”.

Il “desiderio” è che sempre più le persone abbiano nella loro rubrica telefonica il numero del loro consulente di fiducia al quale rivolgersi per un aiuto. Il “desiderio” è che ci siano esperti proprio per tutte le tasche ed anche per chi le tasche proprio non le ha.

E con questi “desideri” in tasca ora passo a descrivere in sintesi, cos'è il Counselinge l'ArtCounseling e  chi è un Counselor.


Cos'è il Counseling?

Il Counseling professionale è un'attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione.

Il Counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi nelle relazioni personali o familiari e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.

E' un intervento che utilizza varie metodologie e tecniche mutuate dai diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il Counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale.

Un Counselor segue un corso triennale. Nel triennio si alternano teoria e prassi. E' obbligatorio un tirocinio in strutture, associazioni ed enti che si occupino di aiuto alla persona. Un Counselor è tenuto, inoltre ad effettuare un personale percorso di analisi per maturare la conoscenza di se stesso che lo predisponga psicologicamente all'aiuto alla persona. Al termine del percorso triennale il Counselor produrrà una tesi che verrà discussa con una commissione esterna appartenente alla Associazione di categoria presso la quale la scuola di Counseling in cui si è formato è accreditata. Il Counselor per esercitare la sua professione può iscriversi al registro dell'Associazione con la quale ha sostenuto l'esame finale o può iscriversi ad altra Associazione di categoria previo un esame di ammissione alla medesima. E' tenuto all'aggiornamento ed alla supervisione costante. La professione di Counselor come altre professioni non regolamentate ed afferenti a registri associativi e non ad albi ed ordini è regolamentata da una legge del Governo Italiano: Legge n.4 del 14 Gennaio 2014 (G.U. n.22 del 26-1-2013), che ne definisce ambito, regole e peculiarità.

Un percorso di Couseling è di norma breve ed è mirato ad uno scopo concordato con la persona nei primi incontri. Lo scopo può cambiare nel corso degli incontri ma essere sempre chiaro. L'ascolto empatico, la comprensione incondizionata, il non giudizio e la completa accoglienza dell'altro sono le caratteristiche che rendono un incontro di Counseling un momento prezioso personale di vera auto-esplorazione ed auto-determinazione.


Qual'è la differenza tra un intervento di Counseling ed uno di Psicoterapia?

L'intervento di Counseling si rivolge alle persone che non soffrono di patologie del comportamento, ed è solitamente rivolto, come appena accennato, alla soluzione di problemi esistenziali ed emotivi in genere. A differenza di un intervento di psicoterapia, non si occupa di ristrutturare la personalità, o di curare patologie psichiche ed è quindi di breve durata e confinato nel tempo.

Per aiutare a capire quali differenze ci siano tra un intervento di Counseling ed uno di Psicoterapia, riporto una lettera che mi scrisse un cliente che aveva provato in precedenza la psicoterapia. Gli chiesi di dirmi secondo lui quali fossero le differenze che lui aveva sperimentato, sia nella modalità di intervento che nel tipo di competenza professionale, e mi scrisse queste parole che qui riporto:


Mi chiedi cosa sia per me la competenza. Te lo spiego con un esempio un po’rozzo ma spero efficace, il primo che mi viene in mente. Possiamo pensare all'animo umano, o alla psiche, come al meccanismo di un orologio con tutte le sue rotelline che girano in sincronia e interagiscono, determinando il movimento delle lancette con cadenza perfetta. Se questo meccanismo si inceppa interviene l'orologiaio, che conosce perfettamente l'ingranaggio, smonta l'orologio pezzo per pezzo, individua il pezzo difettoso, lo ripara, e rimonta il tutto. E l'orologio riprende a funzionare. Un lavoro lungo e paziente fatto da una persona "competente".


Può esserci un altro modo di riparare l'orologio, molto meno in uso nella nostra società che ha privilegiato la conoscenza tecnico/razionale. Una persona che conosce meno la meccanica che determina il funzionamento dell'orologio: lo guarda, lo ascolta e zac... con uno spillo tocca una delle tante rotelline e l'orologio riparte. Caso? Fortuna? No, sensibilità, intuito, empatia, coraggio...... Quindi soltanto una diversa modalità di intervenire, determinata da un diverso tipo di competenza. E non è affatto detto che il primo tipo funzioni meglio del secondo...anzi!”


Cos'è l'ArtCounseling (o ArteTerapia)?

Dove posa la mente là nasce l’emozione

Dove palpita l’emozione là si realizza l’essenza dell’arte …”

Abhy Naya Darpana, Trattato Indiano


L’ArteTerapia ha le sue radici da un lato nell'arte e negli studi sulla creatività, e dall'altra negli studi psicodinamici: i lavori artistici costituiscono un mezzo per l'espressione e la comunicazione del mondo interno, immagini, pensieri, emozioni e fantasie.

L’ArteTerapia è quindi un processo creativo che esplora il nostro mondo interno alla ricerca di immagini inedite da rappresentare. E’ un linguaggio che non si avvale del pensiero logico-formale per esprimersi, ma funziona per analogia, per associazione e per intuizione. E’ un linguaggio non verbale dunque, che ha la capacità di trasformare l’intensità emotiva che vive in noi, in immagini esterne che hanno corpo e vita propri. Molte volte le parole non sanno raccontare il dolore per una perdita, la sofferenza per un abbandono, la rabbia per una violenza o torto subiti, l’impotenza di fronte alla malattia etc... ma le immagini simboliche che nascono dalla nostra creativa capacità di esprimerci in altri modi riescono là dove le parole spesso hanno fallito: riparano, trasformano, si prendono cura di noi e si fanno carico del nostro dolore.

Nota: Alcune parti sono liberamente tratto da documentazione A.D.Y.C.A (Accademia DanzaMovimentoTerapia YogaDanza Counseling ed ArtiTerapie)

L'ArteTerapia è imparare a conoscersi, lasciando vivere ancora in noi quella parte autentica, antica e vera e consentirgli di esprimersi. Quell'esprimersi piano piano non è più mediato dalla ragione e diviene mezzo per comprendersi e per comprendere la propria realtà. Comprendere la propria realtà permette di riflettere su come cambiarla, stimola il coraggio per affrontarla o la forza per accettarla. Entrare in contatto con la nostra parte più vera attraverso l'arte (e l'espressione artistica) è un'esperienza tanto emozionante quanto semplice e spontanea. Non serve essere capaci di disegnare, anzi, serve aver voglia di esplorare territori che ci appartengono da sempre e che abbiamo lasciato disabitati dalla nostra anima da lungo tempo. Recuperare quei territori significa recuperare parti di noi fondamentali per vivere la nostra esistenza con quel senso di pienezza, di interezza e di forza interiori che si renderanno utili nei momenti più difficili ed in tutti i momenti della vita. Il fare creativo è quel fare che aiuta a capire e che aiuta ad agire, poi, nella direzione risolutiva di un problema. Inoltre il fare creativo è dare voce, è liberare noi stessi da piccole o grandi gabbie costruite o affibbiate, è concedersi un cambiamento positivo.

 

 

Concludendo...

In questo breve articolo ci sono parole forse convincenti, forse vaghe. Infatti l'unico modo per comprendere cosa significa un momento di “espressione artistica” è provandolo, per comprendere cosa significhi un incontro di counseling è provandolo. Nulla è vincolante e l'unico rischio che si corre è quello di sentirsi meglio, di recuperare serenità, forza, determinazione o scoprire qualcosa di nuovo di noi stessi o del nostro ambiente che potrebbe rivelarsi inaspettatamente utile e fecondo.


Vi aspetto!