Ad un km da via Battistini ...2 giorni dopo

Oggi ho assistito ad una scena che mi ha sconcertata.
Stavo tornando a casa a piedi, oggi era bello ed ho deciso di farmi una lunga passeggiata ed evitare i mezzi.
Un gruppo di persone ferme ad una palina del bus ed un ragazzo sui 20 che urla ed inveisce contro un uomo sui 40-50 che lo guarda con sguardo attonito. L'uomo è appoggiato al muro di un negozio. Questo ragazzo continua ad insultarlo in tutte le maniere.
Intuisco che l'uomo dovrebbe essere dell'est e che il ragaz...zo ce l'ha con lui con un motto di rabbia razzista feroce. L'uomo resta immobile e si fa insultare, il ragazzo allora aumenta la violenza delle parole. Ce l'ha con lui perché chiede l'elemosina alle vecchiette. Ad un certo punto il ragazzo se ne va, poi si ferma torna indietro e sputa in faccia all'uomo. A quel punto un paio di altri signori si avvicinano e portano via il ragazzo ed uno rimane a parlare con l'uomo......
 

Una scena da Bronx, che mi ha fatto sentire come un senso di paura e di smarrimento.
Dopo l'episodio di via Battistini (e questo episodio che sto raccontando è avvenuto a poco più di un chilometro da lì) ho come la sensazione che l'aria si sia fatta più pesante e che un'ondata xenofoba sia meno improbabile di una presa di coscienza che questi che hanno ucciso la donna filippina e ferito diverse persone siano solo dei pazzi criminali, magari in preda a sostanze, e non degli sporchi Rom da eliminare come molti li considerano.
Ho confessato il mio sgomento ad una commessa di una farmacia appena poco distante dove sono entrata per comprare una cosa e lei con il suo camice bianco e la sua aria pulita mi ha detto: “E come si fa non capire la rabbia?”. Poi ha visto il mio viso interrogativo ed ha leggermente cambiato pensiero.
Sono solo riuscita a dirle che non è la rabbia che risolve, può essere utile sfogarla, ma è comunque pericolosa. Ma sento che tutto è molto più complesso di così e qui mi fermo perché non ho altro da dire.


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